DORATURA
LA DORATURA A GUAZZO CON FOGLIA D’ORO ZECCHINO
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Prendiamoci un po’ di tempo per vedere insieme come si realizza, dall’inizio alla fine, la doratura a guazzo. La tecnica è complessa ed antica, ma può essere riprodotta con i materiali tradizionali e le attrezzature della linea Ca’ D’Oro.
La doratura a guazzo prevede di utilizzare la
foglia d’oro zecchino, normalmente, ma vediamo complessivamente di quali prodotti e strumenti abbiamo bisogno:
- Acqua, innanzitutto: tutti questi materiali infatti si preparano utilizzando semplice acqua del rubinetto.
- Colla di coniglio
- Gesso di Bologna
- Bolo naturale (giallo o rosso se vogliamo applicare la foglia d’oro, nero per l’argento)
- Colla di pesce
- Foglia d’oro zecchino
Come attrezzatura:
-cuscino e coltello da doratori
-pennellessa per doratori
-pennelli morbidi, di cui uno da bolo
-brunitoi in pietra d’agata, varie forme
-fornellino elettrico
-pentolino da doratori
-recipienti vari
Che supporto prendiamo?
Non è necessario scegliere essenze pregiate. La doratura a guazzo può essere eseguita su diversi tipi di supporti in legno o derivati, meglio se dimensionalmente stabili (utilizzeremo infatti molta acqua). Possiamo infatti operare anche su compensato o mdf, come in molti casi. Dovremo solo tener presente che più la superficie grezza è irregolare, assorbente o porosa, più lunga sarà la preparazione del fondo.
Per eseguire correttamente una doratura a guazzo infatti, con una superficie liscia e piena che faccia risplendere al massimo la foglia d’oro zecchino, dobbiamo prestare grande attenzione alla preparazione del fondo.
Si consiglia di fare una prima mano di isolamento:
prendiamo la colla di coniglio, la facciamo rigonfiare in acqua fredda e della gelatina ottenuta facciamo un’ulteriore diluizione (10 parti gelatina, 90 parti acqua). Questa diluizione deve essere fatta a caldo, o meglio, a tiepido. La colla animale infatti si degrada irreversibilmente se la temperatura supera i 60 gradi. Basterà quindi tenere il fornellino al minimo.
Di questa “colletta” appunto diamo una mano uniforme su tutta la superficie, a mo’ di turapori. Questo ci aiuterà nella successiva stesura del fondo a gesso.
Lasciamo asciugare per almeno un paio d’ore: non è possibile ottenere un buon risultato nella doratura a guazzo se tutti gli strati non sono perfettamente asciutti prima dell’applicazione dello strato successivo.
Setacciamo il Gesso di Bologna.
Il fondo a gesso deve essere letteralmente costruito uno strato sull’altro variando ad ogni mano la composizione del prodotto di base. Si parte da una base di colletta, la stessa che abbiamo utilizzato prima. Si aggiunge una piccola quantità di gesso di Bologna precedentemente setacciato. Apriamo una piccola parentesi: è importante setacciare il gesso: essendo un materiale igroscopico, nel tempo assorbe umidità e forma degli agglomerati che devono essere eliminati prima di mescolare il tutto con la colletta. Sciogliere questi grumi direttamente nella colletta è decisamente complicato. Abbiamo inoltre bisogno che la polvere di gesso sia arieggiata al massimo per aumentarne la bagnabilità una volta mescolata con la colletta.
Aggiungiamo il gesso alla colletta poco alla volta per permettergli di idratarsi correttamente.
Applichiamo il primo strato di gesso così preparato e lasciamo asciugare
Applichiamo quindi uno strato sull’altro, aumentando progressivamente la quantità di gesso nel preparato di base. Attendiamo sempre che lo strato sia asciutto prima di procedere con una nuova stesura.
Carteggiamo con carta abrasiva grana 240 per ottenere una superficie liscia, compatta e morbida.
La preparazione del fondo a gesso è una fase fondamentale della
doratura a guazzo; è opportuno prendersi quindi il tempo necessario per la corretta essiccazione ed una stesura accurata.
Una volta completata questa possiamo passare alla fase successiva: la stesura del bolo.
Il bolo va aggiunto alla colletta calda, ottenendo un liquido pennellabile, nella misura di 300 g di bolo per kg di colletta.
Il bolo è un’argilla naturale che nel caso della
doratura a guazzo svolge diverse funzioni.
Isola lo strato di gesso e fa in modo che la colla che applicheremo successivamente non venga completamente assorbita dal fondo.
Crea una base colorata che aiuta a valorizzare il colore del metallo che applicheremo in forma di lamina: giallo per un effetto oro classico, rosso per l’oro con effetto anticato, nero per l’argento.
Crea anche uno strato che si può eventualmente brunire per dare ulteriore brillantezza al metallo.
E’ dotato di un potere adesivo naturale: se bagnato con acqua si riattiva e diventa appiccicoso!
Stendiamo due o tre mani del bolo così preparato. Lo scopo è quello di coprire il fondo a gesso precedentemente levigato. La stesura deve essere leggera ed accurata, preferibilmente a mani incrociate.
Il bolo, una volta asciutto, può essere eventualmente brunito con la pietra d’agata per conferire ulteriore brillantezza.
Prepariamo la colla di pesce. Come quella di coniglio, va fatta rigonfiare in acqua fredda, sciolta a caldo e diluita con 10 parti di acqua.
La foglia d’oro zecchino viene solitamente tagliata sull’apposito cuscino, usando lo speciale coltello per doratura. Le dimensioni dei pezzettini dipendono dalla conformazione dell’oggetto da ricoprire.
La colla di pesce precedentemente preparata deve essere applicata poco alla volta, a caldo, su piccole aree. I pezzettini di foglia devono essere trasportati dal cuscino alla superficie da dorare con la colla ancora fresca, utilizzando la pennellessa apposita.
La foglia viene appoggiata, pressata e, trascorse almeno 24 ore, lucidata con del cotone idrofilo e può essere anche brunita con la pietra d’agata.
In questo tipo di tecnica di applicazione tradizionale con la foglia d’oro zecchino normalmente non è prevista alcuna protezione superficiale ulteriore, proprio per lasciare risplendere al massimo la qualità di questo metallo nobile.